Gioia Albano

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Aggiunto il 19 apr 2019

Schizzi perché? # 4 "Behind the face" (Dietro la maschera)


"The face behind" 

Per prima cosa questa immagine é nata dall' idea della tristezza che si nasconde dietro la maschera. La tristezza mi rende più vulnerabile, é lo stato emozionale che forse ho più difficoltà ad accettare e che è più difficile da condividere con gli altri.Mi dico che indossare una maschera non  é qualcosa che faccio ma in realtà non è vero .Spesso la tristezza si nasconde  dietro la rabbia. Per me essere arrabbiata é più facile che confessare la mia tristezza.
Perché la tristezza ha spesso radici profonde che non riesco sempre a scavare.

La tristezza è spesso anche legata alla solitudine e al volersi bene qualcosa di cui si parla parecchio ma senza sapere necessariamente come realizzarlo. Qualcosa che è difficile da guardare da vicino anche.
L'opposto della solitudine sono spesso gli altri: genitori, compagne o compagni, o mariti e moglii, amici, figli, ecc.
Ogni volta che ci aspettiamo che gli altri ci rendano "meno soli" ci sbagliamo semplicemente perché non può funzionare così, è un'illusione.

Certo gli altri, le relazioni, gli amori, gli scambi sono importanti . Ma possiamo dipendere da questo? Spesso confondiamo (io per prima) le cose.
Alla fine non è perché abbiamo altre persone nella nostra vita che possiamo omettere di amare noi stessi, di essere fedeli a noi stessi, di conoscere la nostra essenza e di compiere il nostro viaggio. Gli altri sono quelli che possono camminare con noi, ma la nostra strada rimane la nostra strada. Se vanno via (temporaneamente o per sempre) possiamo abbandonare il nostro viaggio, la nostra essenza e allontanarci da noi stessi fino a perderci?

E se queste persone seguono il loro percorso che é parallelo al nostro ma sono più indietro o davanti a noi? Dovremmo impedire a noi stessi di continuare?

Avvicinarci alla nostra vera essenza e accettare il momento in cui ci troviamo è parte di un processo non ovvio, eppure è la prima cosa che si nota nella nostra relazione con gli altri e con il mondo. E per me, qualcosa rimane fondamentale.

Se siamo impazienti che questo disagio finisca vuol dire che non abbiamo scavato abbastanza in noi stessi e ci dimentichiamo di chiederci cosa stiamo cercando fuori da noi stessi. La tristezza può essere un mezzo per capire e perfare un salto in avanti. Questo processo non è ancora automatico per quanto mi riguarda, anzi! 

Da qui é nata la riflessione su ciò che sta dietro. Dietro ci sono io.

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